Giovanni leto antologia

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GIOVANNA CAVARRETTA

Orizzonti Pittoplastici

 

 

Una profonda capacità critica accompagnata da un linguaggio che spesso assume, nei toni delle svariate forme poetiche, il valore di una ricerca continua del mistero dell'esistenza, consentono, a Giovanni Leto, un fluire nell'arte oltrepassando i confini della logica comune.

Ogni opera riceve l'impronta del suo artefice identificandosi nella materia, luogo di una nuova strutturalità dove la trasmutazione del dato sensibile ne costituisce lo scopo ultimo.

L'indagine dell'artista si fonda sull'incessante sperimentazione di interpretare, rielaborare la realtà mediante il riutilizzo di carta, giornali che, arrotolati, vengono disposti in maniera orizzontale o in modo asimmetrico sulla superficie del quadro.

"Orizzonti" di stratificazioni tattili, ove la composizione scaturisce dalla tensione di elementi compatti che dipanandosi sulla tela insieme a cromie intense, danno vita ad uno spazio tridimensionale. Un territorio che accoglie le diverse combinazioni, qualificandole, tramite la sovrapposizione di giochi geometrici, come operazioni estetiche, con una procedura tecnica, finalizzata alla pura manipolazione della materia. Le forme hanno una loro essenza, partorita dall'intuizione intellettuale e prendono corpo e significato filosofico nella ripetizione originale di un'incostante ordine ben configurato, il cui senso altro non è che il significato insito nel re-inventare la materia per trasferirla "altrove", nei meandri di un'immaginazione che affonda le sue radici sulla personale concezione dell'arte come libera funzione conoscitiva.

La volontà di delineare inediti contenuti poetici affranca Giovanni Leto da una visione dell'arte come espressione dell'epoca storica o dell'ambiente sociale nella quale essa nasce, i cui punti di analisi si spingono nella direzione di un linguaggio laddove si evince una libera dialettica fra tradizione e innovazione.

Nelle sue ultime opere, l'aver attraversato le tappe più importanti del secondo Novecento, fa sorgere nell'artista l'esigenza di insolite e suggestive sollecitazioni volte ad aprire inconsuete soluzioni intrise di pathos, soprattutto dopo aver sostato negli anni Sessanta e Settanta, nell'ambito di una pittura che non si esauriva mai totalmente nei "riferimenti figurativi". Cosicché negli anni Ottanta l'operazione concettuale prende il sopravvento. Leto, come un alchimista inizia a trasformare il rudimento di carta in un evento che compone ed altera la dimensione dello spazio; l'incontro tra segno e gesto, de facto, determina le possibili motivazioni semantiche.

Nelle tele la dissoluzione del dato cartaceo, rimaneggiato ad una condizione di indistinzione, segna il punto d'arrivo di un modo di vivere e concepire l'arte, che si individua nel dualismo conoscitivo di dissoluzione e ri- creazione dell'oggetto, la cui attività di pensiero si espleta nell' invenzione di ulteriori composizioni mediante un linguaggio non verbale".

Il processo manuale, fondamentale, per la costruzione dell'opera, assume una valenza estetica. In esso si concretizza l'atto creativo, infatti "creare è dare forma", non secondo dettami desunti dalla tradizione pittorica o in genere artistica, che egli supera nella dimensione espressiva, bensì, mediante un'evoluzione autonoma, pronta a cogliere e a restituire un percorso ideativo scandito dall'azione comunicativa che l'Arte esercita sul fruitore, suscitandone un atteggiamento contemplativo, preannunzio della successiva realizzazione dell'esperienza estetica.

Quindi, l'arte del fare arte è un 'esperienza individuale e reattiva per i contenuti sociali e i messaggi che l'artista a volte scrive all'interno dei "salsicciotti", un pensiero che va ad inglobarsi nel sistema del sapere, che va oltre il meccanismo della convenzionalità, quasi a porsi come garanzia di valori etici e culturali in una società dei consumi divenuta specchio e verità di un'Umanità in declino.

 

Giovanna Cavarretta (Dicembre 2015) testo per rivista “Officine delle arti – Trimestrale d’Arte, Agrigento 2016

 

Rosso, 1998,

Carta e pigmenti su tela, cm. 50x60,

 

 

Ignoto, 2015

Carta e pigmenti su tela, cm. 80x60